Quim Torra vuole un altro referendum d’indipendenza
da ELPAIS: Torra (centro destra) vuole organizzare un nuovo referendum d’indipendenza, i repubblicani di ERC lo mollano e si tirano indietro, CUP presente ma propensa a creare lo stato indipendente già oggi, così per ci va.
Ora, mettiamo per assurdo che, fatti fuori tutti i costituzionalisti (oggi la maggioranza, circa il 52% della popolazione) gli indipendentisti, divisi come sono in almeno tre grandi gruppi completamente diversi tra loro, riescano ad ottenere l’indipendenza, cosa succederebbe dopo?
- Gli indipendentisti di destra vogliono uno stato capitalista, forte e dentro l’Unione Europea.
- Gli indipendentisti della sinistra radicale vogliono uno stato comunista, fuori dall’Unione Europea dove non esiste la proprietà privata.
- I repubblicani, nazionalisti fino al midollo ma spesso propensi verso la trasformazione del Regno di Spagna in una Repubblica, ora come ora, vogliono semplicemente tornare alla normalità, almeno così sembra. Hanno già troppi guai.
Tutti queste anime così diverse cosa potrebbero generare? In due parole: Guerra Civile tra indipendentisti.
Ma spieghiamo meglio chi sono tutti questi gruppi, di chi stiamo parlando.
Il primo fu Artur Mas (uno che anni fa diceva che l’indipendenza sarebbe una rovina) che, in piena crisi, vedendo vacillare la sua poltrona di presidente della Generalitat (los indignados protestavano per i tagli del governo regionale), alla fine del 2014 decise di mettere in piedi una consulta per l’indipendenza della Catalogna, ovviamente l’indipendenza fu presentata come la soluzione a tutti i problemi: agli elettori di Mas, gente di centrodestra, fu detto che la Catalogna sarebbe rimasta nell’Unione Europea ma come stato indipendente avrebbe trattenuto il 100% delle imposte cosa che ha allettato molto gli elettori di destra. Quella consulta per l’indipendenza, svoltasi il 9 Novembre 2014, fu una simil pagliacciata, gente che allegramente “votava” ai gazebo sparsi in giro per strada convinta di stare votando seriamente per l’indipendenza e quindi diventare “più ricca”.
Abbiamo fatto un riassunto in questo articolo “Indipendenza della Catalogna riassunto”.
Carles Puigdemont, l’uomo che è diventato presidente della Generalitat a sorpresa, ha dato un nuovo slancio all’operazione: ha incluso gli antisistema nel progetto indipendentista. Carles Puigdemont è stato scelto perché gli indipendentisti non avevano numeri in parlamento, necessitavano l’appoggio della CUP per eleggere un presidente indipendentista, la CUP è un partito antisistema, rappresenta la sinistra radicale e sogna di creare uno stato comunista chiamato Paisos Catalans, annettendo alla Catalogna un pezzo di Aragona, la Comunità Valenciana, un pezzo di Francia che confina con la Spagna e le isole Baleari. Insomma, la CUP ha sempre storicamente odiato i partiti catalani di centrodestra ma, ha deciso di appoggiare Puigdemont perché a loro l’indipendenza è stata presentata come l’occasione per creare un nuovo stato da zero, senza proprietà privata, senza Unione Europea, uno Stato dove il potere del capitalismo è stato sconfitto. A questo riguardo salta subito in mente il video di propaganda elettorale della Cup per elezioni regionali del 2015 dove i nostri eroi snobbano alla grande un gruppo di indipendentisti di destra (in un macchinone dai vetri oscurati) che cercano di corromperli.
ecco il video, una vera e propria chicca, un cortometraggio ricco di metafore.
Alla fine la CUP è stata coinvolta nel progetto d’indipendenza perché capace di mobilitare gente a qualsiasi ora del giorno e della notte, gente che, all’occorrenza, sa fare una molotov per creare un po’ di spettacolo e attirare i giornalisti stranieri. Insomma, Puigdemont e tutta l’allegra compagnia di gente di destra, di sinistra, repubblicani spagnoli, tutti insieme hanno dato vita al referendum dell’1 di ottobre 2017. Puigdemont è scappato in Belgio, Anna Gabriel della CUP è scappata in Svizzera (il paese adatto ad una comunista), e gli altri, quelli che hanno avuto il coraggio di restare, sono in carcere a immolarsi come capretti per inseguire la libertà = trattenere i soldi delle imposte, creare un proprio fisco e non dare un centesimo agli altri spagnoli (vi è da dire che, storicamente, i catalani sono i più tirchi di Spagna, sono quelli che nelle barzellette non spendono mai soldi).
Quim Torra, presidente scelto da Puigdemont e da lui manovrato, ha bisogno di un altro referendum sull’indipendenza della Catalogna. Perché Torra vuole un altro referendum?
- mantenere alto l’animo della parte di popolazione che spera nell’indipendenza perché, dopo l’abbandono della nave da parte di Puigdemont che è volato in Belgio, molti elettori si sentono presi in giro (e non hanno torto).
- perché è l’unico modo per eclissare tutti i problemi reali della Catalogna, insomma è una bella scusa per non lavorare un giorno che sia uno. Torra ed il governo regionale non può lavorare per pensare alla sanità, all’istruzione pubblica etc (competenze regionali in Catalogna) perché ha cose “più importanti” a cui pensare, ha da organizzare l’INDIPENDENZA. Insomma, un bel passatempo.
- gli indipendentisti amano che si parli di loro, un’altra votazione fake porterebbe sicuramente molta visibilità, vittimismo: “siamo democratici, vogliamo solo votare, vogliamo solo autodeterminarci, siamo tutti belli, siamo bellissimi, buoni e gentili etc”.
Insomma, Torra oggi parla del nuovo referendum d’indipendenza: oggi è il giorno della marmotta.