Propaganda Live e l’indipendenza della Catalogna
Propaganda Live su la7, nata sulle ceneri di Gazebo, è un bellissimo programma, forse il più bello che esista attualmente nella tv generalista italiana, peccato che non abbia idea di cosa sia successo in Catalogna.
Forse la redazione di Propaganda Live non si rende conto che dietro l’indipendenza della Catalogna, un ideale valido come un altro, si celano menzogne, violenza e odio.
Sponsorizzare l’indipendenza della Catalogna non significa solamente lasciare che una parte di una nazione decida liberamente cosa essere, quale nazionalità adottare. Essere partitari dell’indipendenza della Catalogna, oggi, significa ammettere che esistono cittadini di serie A: ricchi, produttivi, geneticamente migliori; e cittadini di serie B: i cialtroni, gli accattoni, i poveri che emigrano dal sud al nord del paese in cerca di lavoro.

Noi italiani a Barcellona sappiamo bene che, vista da fuori, sembra una situazione diversa (pacifista e piena di belle intenzioni), ma qui è tutto come e peggio La lega nord degli anni 90 contro i terroni, o la lega attuale contro gli immigrati. Anni ed anni di insulti verso Madrid que nos roba (Madrid ci deruba) e verso i pigri, buoni a nulla meridionali della Spagna, gente che non apporta ricchezza alla Spagna ma vive grazie alle tasse dei catalani, almeno secondo i politici catalanisti.

Quei politici catalani che sono stati arrestati oggi sono i fautori di slogan e manifestazioni di puro odio e, talvolta, sono riusciti anche a spingere la popolazione verso la violenza, altre volte, come in occasione del 1 ottobre 2017, hanno sperato in una violenza ancora più massiccia da parte della Guardia Civil, per poter sostenere la balcanizzazione della Spagna. Sembra assurdo, lo sappiamo, ma le interviste, i documenti e gli stessi comportamenti pubblici dei politici secessionisti dicono questo: tanto più la reazione dello Stato Spagnolo sarà violenta, tanto più noi avremo visibilità internazionale. Quanto bisogna essere subdoli per sperare nelle cariche della polizia per poter vendersi meglio all’estero? Il giudice di Barcellona, Pablo Llarena sta indagando, è in corso un processo.
Noi di SpagnaItalia.info siamo di sinistra in un mondo che va da tutt’altra parte, ci rattrista vedere che un’ideale bello e nobile come il socialismo (fratellanza, unità, progresso) sia diventato un mezzo per fare propaganda a chi vuole solo seminare odio.

Lo Stato Spagnolo ha sbagliato: Gonzales, Aznar e Zapatero hanno utilizzato i politici indipendentisti catalani per ottenere il Governo della Spagna, i patti stretti con quella classe politica corrotta ha generato un mostro, perché gli ex convergenti, oggi indipendentisti, hanno pensato bene di creare una macchina statale ed avviare la secessione. Erri Deluca sbaglia quando afferma che il referendum era un referendum d’intenzione, la Ley de ruptura del settembre 2017 aveva già avviato la macchina statale con l’obbiettivo di non fare pervenire le imposte catalane alle casse spagnole, questo è uno dei motivi, il più grave, per cui quei politici sono in carcere. C’è un processo in corso, e non è viziato dalla ”bassa democrazia spagnola” come sostiene Ada Colau che, sui migranti ha sacrosanta ragione, ma sul tema indipendentista è l’ambiguità in persona.

La quantità di famiglie disgregate per il tema indipendentista è tale che da sola si potrebbe configurare come ”delitto di violenza”. Non puoi affermare ”saremo più ricchi senza dover dare da mangiare a loro” e poi pensare che la gente non diventi folle. Non sappiamo se tu, Diego Bianchi, sei sul serio a conoscenza di tutte le dinamiche che hanno portato la Giustizia spagnola ad accusare i politici catalanisti di malversazione di fondi pubblici, incitamento alla violenza e inadempienza della Costituzione, noi crediamo che di tutto questo tu non sappia nulla, altrimenti non avresti potuto sponsorizzare così apertamente un tema tanto delicato, almeno non in questi termini, etichettando i politici secessionisti come vittime dello Stato. Sono vittime di loro stessi, dei tagli alla sanità catalana che hanno votato nel 2011, della furia degli indignados, dello scandalo del 3%, dell’odio verso il diverso, di un patto fiscale mai raggiunto, sono vittime della ricchezza del nord, del loro nord che è una malattia mentale.

Il problema non è l’indipendenza, il problema sono i politici divenuti indipendentisti per stare a galla, per poter continuare a sedere su quelle poltrone che stavano vacillando a causa della crisi. L’indipendenza della Catalogna è una triste storia fratricida alimentata da gente senza scrupoli ma con tanti conti bancari in Andorra.