Le false promesse dell’Indipendentismo catalano

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El Pais riassume molto bene le ultime false promesse proclamate degli indipendentisti catalani dopo le elezioni regionali catalane del 21 dicembre 2017.

Il ritorno di Puigdemont

Il 12 dicembre, durante la campagna elettorale, Carles Puigdemont, durante una conferenza stampa in videoconferenza ha promesso che lui ed i quattro ex-consiglieri fuggiti a Bruxelles sarebbero tornati in Catalogna se avessero vinto le elezioni. . “Che nessuno dubiti di questo”, ha detto, nonostante il fatto che un mandato di arresto che gravava su di loro. L’ex presidente si trova nella capitale belga dal 30 ottobre.

Puigdemont Presidente

Dopo la vittoria degli indipendentisti alle elezioni catalane del 21 dicembre 2017(ottennero in coalizione 70 seggi su 135),  Junts per Catalunya, Esquerra e CUP hanno chiuso i ranghi scegliendo Puigdemont come unico candidato alla presidenza della regione (o della fake repubblica?) e questi sarebbe tornato in Spagna nonostante il mandato d’arresto. Nel frattempo, a Gennaio 2018, la Corte Costituzionale Spagnola ha decretato impossibile l’investitura di Puigdemont perché questi deve prima passare dal giudice Pablo Llarena. Il presidente dell’assemblea catalana ha così deciso di non proporre il nome di Puigdemont e sospendere la votazione per eleggere il presidente della Generalitat.

Il caso Puigdemont a Strasburgo!

Il Presidente dell’assemblea catalana, l’indipendentista Roger Torrent, giorno 13 febbraio 2018 annunciò che avrebbe portato il caso Puigdemont davanti al Tribunale Europeo dei Diritti Umani di Strasburgo. Ad oggi, il caso Puigdemont non è mai arrivato a Strasburgo.

Investitura telematica, voto delegato e governo da Bruxelles

L’indipendentismo catalano propose allora di modificare il regolamento e lo statuto per permettere a Puigdemont di diventare Presidente per via telematica, attraverso una videoconferenza e delegando il voto ad un ‘eletto’. I funzionari del Parlamento regionale della Catalogna si sono rifiutati di far passare questa legge al voto perché, oltre che anticostituzionale, era anche un’idea abbastanza stramba, onestamente.

Jordi Sanchez Presidente
Jordi Sanchez e Jordi Cuixart durante l’assedio contro il Magistrato, in piedi su di un’automobile della Guardia Civil

L’indipendentismo, dopo avere più volte annunciato e poi scartato l’opzione Puigdemont, ha deciso di puntare su di un altro big dell’indipendentismo: l’ex presidente di ANC, Jordi Sanchez, un uomo potentissimo, capace di organizzare manifestazioni colossali grazie ai finanziamenti versati della Generalitat alla sua associazione indipendentista. Oggi Jordi Sanchez si trova in carcere per via di una grande manifestazione in cui, insieme a Jordi Cuixart, ha diretto la folla contro un Magistrato di Barcellona e la Guardia Civil. Alla proposta di Jordi Sanchez presidente, CUP (gli antisistema) dichiararono l’astensione. Gli indipendentisti annunciarono che, visto lo stato di detenuto di Jordi Sanchez, sarebbero ricorsi al Tribunale Europeo dei Diritti Umani di Strasburgo. Non lo hanno mai fatto.

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