Il tedesco Spiegel: Carles Puigdemont è un populista antidemocratico
Il giornale Spiegel in un articolo sintetizza molto bene il gioco antidemocratico dell’indipendentista catalano Carles Puigdemont: un populista demagogo.
Abbiamo tradotto in italiano l’intero articolo.
Ora l’UE deve entrare nel conflitto tra il governo spagnolo a Madrid ei separatisti in Catalogna. Almeno, il capo del governo regionale catalano, Carles Puigdemont, lo vuole. Perché? Perché “i diritti fondamentali della libertà sono violati dai cittadini europei”. Paragona la situazione nella sua regione con quella di Ungheria, Polonia o Turchia. Il paragone è grottesco. In Polonia, Ungheria e Turchia i populisti autocratici sono al potere, a differenza di Madrid. E per raggiungere il suo obiettivo politico, Puigdemont ora utilizza appunto lo stesso strumento che Kaczynskis, Orbáns e Erdogan utilizzano. Si definisce l’esecutore della volontà popolare dalla quale deriva il diritto di scindersi.
La decisione di Puigdemont di tenere un referendum illegale sarebbe dubbia anche se avesse una netta maggioranza delle persone sulla questione dell’indipendenza catalana. Ma c’è poco da dire su questo. Dal marzo 2006, il governo catalano torna ad elezioni sempre entro pochi mesi. Non gode di un consenso maggioritario per la secessione della Spagna. Infine, l’approvazione è scesa a quasi il 35 per cento.
Improvvisamente approvazione del 90%?
Ma ora, secondo il referendum, sarà improvvisamente il 90 per cento. Che questo risultato rifletta le vere condizioni della popolazione catalana probabilmente non ci credono nemmeno i separatisti. Così si prevedeva che gli avversari dell’indipendenza si sarebbero astenuti dal votare al referendum – per non darne alcuna legittimità. Infatti, il governo catalano, prima delle elezioni, aveva espressamente invitato gli avversari dell’indipendenza a partecipare, con l’obiettivo ovvio di raggiungere un risultato mezzo credibile.
Ci sono anche seri dubbi circa la correttezza della partecipazione elettorale del 42% o del risultato del 90% dei voti al Si. Il referendum si è svolto in condizioni dure, in parte a causa delle misure adottate del governo di Madrid. Numerose sono le segnalazioni di irregolarità nella presentazione e nel conteggio dei voti. Puigdemont, ovviamente, non ha dato importanza a tutto questo. La Catalogna si è guadagnata il “diritto” si essere indipendente, ha detto. Nota: Anche se il referendum non è si è svolto in modo corretto, il risultato deve essere preso per buono in modo che gli organizzatori politici possano utilizzarlo per i loro scopi.
Come un referendum diventa un’arma politica
I referendum possono essere uno strumento prezioso di democrazia, possono far sentire la gente come se fosse direttamente coinvolta nelle scelte della comunità – anche coloro che sono troppo occupati per entrare in gioco. Almeno, questo vale quando il riferimento è usato in modo responsabile e intenzionale.
Nelle mani dei populisti, però, il referendum è uno strumento molto pericoloso, e Puigdemont lo ha dimostrato in modo impressionante. Ha trasformato il referendum in un’arma politica che egli mette sul petto del governo spagnolo e dell’UE e con questo referendum tiene una parte della propria regione in ostaggio promettendo la secessione. Questa presunta maggioranza si trasformerà in una specie di scudo umano che potrebbe finire in un caso estremo, in un conflitto sanguinoso con i borghesi.
E mentre Puigdemont fa tutto questo, si dipinge come un democratico oppresso e pacifico, il cui eventuale arresto considera “barbaro”. Ci si chiede se Puigdemont si paragonerà successivamente con Mahatma Ghandi o Nelson Mandela. Il suo popolo non è vittima di oppressione economica, sociale o razzista, ma vive in una regione già in gran parte autonoma in uno stato stabile, prospero e democratico. Solo che questo stato riceve troppi soldi dalla Catalogna per il gusto dei separatisti. È difficile trarre un diritto a una divisione illegale e potenzialmente sanguinante.
La completa indipendenza della Catalogna, se dovesse compiersi in pace, dovrebbe essere il risultato di una discussione con tiene conto di tutte le conseguenze gravi che un simile passo comporta. L’indipendenza dovrebbe seguire le regole dello Stato di Diritto, ma chiunque faccia come Puigdemont, che non rispetto leggi e giudici, non è un democratico. È un demagogo.