Cosa succederà dopo il referendum d’indipendenza della Catalogna di giorno 1 ottobre?

Condividi

Vediamo di sintetizzare  i possibili scenari che si prospettano dopo giorno 1 ottobre, il giorno in cui è fissato il referendum (incostituzionale) indipendentista catalano.

Il referendum si svolgerà?

La legge del referendum è stata votata in maniera anomala per una legge tanto importante, approvata dalla maggioranza che sostiene il governo regionale e che rappresenta il 47% di voti, quindi oltre ad essere una legge incostituzionale, è anche una legge non largamente condivisa come dovrebbero essere in Democrazia le leggi così importanti. Quando Jxsi e CUP hanno approvato la legge con 72 voti, ma nell’aula del parlamento regionale semivuota (erano assenti 60 scranni, quelli dell’opposizione), sapevano benissimo di andare contro alla Costituzione ed allo Stato di diritto spagnolo, ma poco importa, la risonanza mediatica è quello che conta, il fine ultimo era da sempre portare la gente in piazza, quella gente che durante gli anni si è totalmente convinta che l’idea di diventare uno Stato indipendente è un’idea geniale, si pagheranno meno tasse e ogni giorno si avrà a disposizione un dolce di gelato, come recitava il famoso slogan della consulta del 2014. Quel 47% di gente che ha votato JxSi e CUP giorno 1 ottobre vuole il dolce di gelato e per ottenerlo scenderà in piazza, esortati dallo stesso presidente della regione. Queste persone in strada dovranno fare la fila civilmente per votare, in una votazione in cui nessuno controlla niente, e poi aspettare l’arrivo della Guardia Civil che chiuderà i seggi, sequestrerà urne (o oggetti simili ad urne), in quel momento inizierà la protesta. Come si svolgerà questa protesta? Non lo sappiamo. Le voci dicono che gruppi di sostenitori dell’indipendenza dei Paesi Baschi siano in viaggio alla volta di Barcellona, per dare manforte agli amici della CUP, come se la CUP avesse bisogno di rinforzi. A fine giornata il presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, salirà su di un pulpito e in diretta dirà le seguenti parole: “Noi popolo della Catalogna siamo persone pacifiche, stiamo sempre dalla parte della democrazia*, votare è la festa della democrazia*, non c’è nulla di più bello che esprimere la propria opinione attraverso il voto democratico*. La Spagna ha dimostrato di essere un paese antidemocratico* usando la forza bruta e la violenza per impedire lo svolgersi della democrazia*, denunciamo pubblicamente questi soprusi antidemocratici. Il popolo della Catalogna democratica vuole votare democraticamente* / vuole l’indipendenza (democraticamente unilaterale)/ vuole democrazia*“. Grossomodo sarà questo il discorso di Puigdemont, a questo proclama strappalacrime e pieno di democrazia, pronunciato da un soggetto che ha semplicemente strappato metaforicamente la carta costituzionale di una nazione dell’Unione e mentre lo faceva urlava democrazia*, cosa succederà? Facciamo due ipotesi e mezzo:

 1) Dichiarazione unilaterale d’indipendenza: il Martirio

La maggioranza si chiuderà per due giorni nell’aula del parlamento regionale, fingeranno di discutere, ne verranno fuori dopo circa 48 ore, il presidente della regione parlerà in diretta annunciando la nascita di un nuovo Stato, o addirittura diranno che questo nuovo stato ha radici nel passato, nella rivolta di Companys o ancora prima nella guerra tra francesi e spagnoli, insomma, farà un discorso teatrale dove la Catalogna finalmente libera si proietta nel futuro.

A questa dichiarazione unilaterale seguirà l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione. Arriverà l’esercito, Carles Puigdemont, Oriol Junqueras, Carmen Forcadell, Anna Gabriel e tutti gli altri grandi rivoluzionari  (con stipendi stellari che neanche Rajoy) finiranno in carcere, verranno accusati di sedizione. Quel 47% di indipendentisti catalani sarà un misto di estasi e indignazione, sarà la fine e l’inizio di tutto, sarà il Martirio che è da sempre l’ambizione di Puigdemont, badate bene, Puigdemont tiene talmente tanto all’indipendenza che quando doveva andare a Madrid in aereo, invece di prendere un volo diretto, ha sempre approfittato dei voli internazionali, anche se sono più costosi (ad esempio, Bruxelles-Barcellona-Madrid); così entrava e usciva dalla porta dei voli internazionali”, stiamo parlando di un fanatico, Carles Puigdemont farà di tutto pur di finire nei libri di storia come un nazionalista doc. Dopo lo scioglimento della Generalitat, si tornerà a votare, passerà un po’ di tempo e poi  la storia inizierà di nuovo.

1.A) Dichiarazione unilaterale d’indipendenza senza martirio

Dopo il discorso toccante e pieno di amore per la democrazia che trovate al punto 1, il governo di Rajoy non attuerà l’articolo 155 della Costituzione (che comunque, come ha detto Josep Borrell ”non è la bomba atomica”), non lo attuerà per evitare proprio il martirio di Puigdemont e rovinare un poco la festa gli indipendentisti. Il Governo spagnolo farà una seduta straordinaria al Parlamento, forse inviterà Puigdemont a parlare in Parlamento ma il dissidente ovviamente rifiuterà, Rajoy parlerà in diretta chiedendo al governo regionale della Catalogna di tornare sui suoi passi. In Catalogna la maggioranza si riunirà di nuovo, discuteranno ancora ed alla fine proporranno a Rajoy un referendum vero ma alle loro condizioni, se Rajoy accetterà significa che cederà all’estorsione di un pugno di dissidenti senza una maggioranza vera; se Rajoy rifiuterà, proporrà al governo regionale la revisione dello statuto regionale che forse includerà il regime fiscale agevolato su modello dei Paesi Baschi, il Concierto Economico. Forse Puigdemont non accetterà il regime fiscale agevolato, almeno non ufficialmente, il suo partito (unionista da sempre e indipendentista da ora) premerà per trovare un compromesso. Alla fine qualcuno proporrà un referendum sulla revisione dello statuto in alternativa all’indipendenza o qualcosa del genere. Alla fine la Catalogna avrà il regime fiscale agevolato, quindi ancora più autonomia, i soldi verranno gestiti male dalla Generalitat, ci saranno altri scandali, altri truffe, la gente si arrabbierà e protesterà, la Generalitat allora inizierà di nuovo a dire che la Spagna è cattiva e sarà sempre la colpa al Governo. E la storia inizierà di nuovo.

2) Elezioni regionali anticipate

Carles Puigdemont è in realtà meno fanatico di quello che si aspetti, oppure avrà un colpo di lucidità improvviso e scioglierà il parlamento regionale per tornare al voto, forse immaginando di avere già per bene scaldato gli animi degli indipendentisti per guadagnare almeno un seggio in più alla camera regionale.(La Catalogna va sempre ad elezioni anticipate, per chi non se fosse accorto, la Catalogna è un tantino instabile). Ovviamente, nel discorso di Puigdemont ci sarà tanta democrazia*, tanta voglia di decidere il futuro, tante cose belle belle per i catalani vittoriosi nell’anima democratica* di una nazione che purtroppo soffre la schiavitù. E la storia inizierà di nuovo.


(*)Carles Puigdemont, ripete la parola democrazia in tutte le sue declinazioni un mare di volte. Qui segnaliamo un articolo molto interessante che traccia un ottimo profilo dell’attuale Presidente della regione Catalogna.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *