Dopo l’indipendenza della Catalogna? ”Paisos Catalans”
Il passo successivo alla dichiarazione di indipendenza della regione spagnola Catalogna sarà iniziare ad annettere i territori circostanti. Pacificamente. “Democraticamente”.

Non tutti sanno che uno dei punti fondamentali del partito politico CUP, il partito che sta trascinando in piazza migliaia di persone per chiedere l’indipendenza della Catalogna, ha come obbiettivo, subito dopo la dichiarazione di indipendenza (anche unilaterale), l’annessione di altri territori per creare la nuova nazione detta Països Catalans.


Nel programma elettorale del Partito indipendentista CUP (che è possibile scaricare nel loro sito ufficiale) si legge che la futura Repubblica Catalana indipendente dalla Spagna lavorerà per la costituzione dell’unità nazionale dei Paisos Catalans.
I territori che gli indipendentisti catalani vogliono annettere o, come dicono loro, unire, sono:
- La Catalogna, ovviamente
La mappa dei territori che verranno annessi alla Catalogna tramite referendum di autodeterminazione - Un pezzo di Aragona che confina con la Catalogna
- La Comunità Valenciana
- Le Isole Baleari
- Un pezzo del sud della Francia (I Pirenei Orientali, un dipartimento francese) che loro chiamano Catalunya del nord
- Andorra (se ci riescono)
Per questo motivo gli indipendentisti bruciano la bandiera francese insieme alla bandiera spagnola, perché sia la Spagna che la Francia sono nazioni nemiche. La bandiera europea invece è presa di mira perché semplicemente rappresenta l’unione territoriale degli stati europei, che secondo i militanti della CUP è, in una parola, globalizzazione.
Anche le previsioni del tempo, nella tv regionale (pubblica) catalana TV3, viene mostrata una mappa che non è la Spagna, non è la Catalogna ma tutta questa ipotetica nuova nazione: Paisos Catalans.

Le Vie del Referendum sono infinite
Come raggiungeranno questo scopo?
Bene, è facilissimo, votando, ovviamente, il referendum è lo strumento ideale.
Da qualche anno hanno iniziato ad installarsi nelle regioni confinanti, anche in Francia, dove esistono delle radio private sovvenzionate dalla Generalitat catalana per fare propaganda sull’indipendenza di quel pezzo di territorio francese. A fare parte dei Paisos Catalans ci sarebbe anche Alghero in Sardegna, ma a quanto pare non viene reclamata dalla CUP, è una parte amministrativamente non importante, molto probabilmente perché lontana.

L’indipendenza catalana è solo il primo anello di una lunga serie di conquiste già programmate a suon di referendum.
I referendum indipendentisti possono dare quella tanto agognata annessione territoriale che una volta si otteneva tramite le armi, oggi con pazienza, scavando poco a poco tra le frustrazioni della gente si riesce a creare un movimento popolare che va oltre l’indipendenza, mira direttamente all’espansione.
Durante la Diada i più attenti avranno sicuramente visto gli striscioni che inneggiano all’unificazione dei Paisos Catalans. In generale, gli indipendentisti evitano di parlare di questo, per il momento, ma espongono fieramente i loro striscioni durante le tante manifestazioni che organizzano.

Qualcuno sostiene che la scuola catalana addottrina le menti dei bambini
Come abbiamo detto più volte, la scuola in Catalogna è gestita dalla regione catalana, quindi i bambini studiano su testi scolastici che mostrano già la nuova nazione con i territori confinanti già annessi, come se facessero già parte del loro territorio. Viene mostrata ai bambini la mappa dei Paisos Catalans, le nazioni Spagna e Francia sono le due nazioni tiranne che non permettono alla nazione di unirsi, per il momento. Agli occhi degli indipendentisti la nuova nazione allargata già esiste e si trova nei libri di scuola, come se in Lombardia esistessero libri scolastici che parlano della Padania, con tanto di mappa, caratteristiche, ed addirittura numero di abitanti.

Chi pensa che l’indipendentismo catalano si potrebbe fermare dopo avere ottenuto l’indipendenza non conosce i soggetti in questione, le politiche intraprese fino ad ora e soprattutto non conosce lo spagnolo e il catalano. L’indipendentismo catalano non è solamente una mera questione di identità o di finanza, il movimento indipendentista classico di JxSi ha ormai sposato gli anarchici della CUP, perché solo la CUP può smuovere la massa di nullafacenti ad occupare le strade per giorni o addirittura mesi. Senza CUP oggi non esisterebbe una maggioranza indipendentista al governo della regione catalana, perché la coalizione indipendentista Jxsi non ha ottenuto la maggioranza dei voti e soprattutto dei seggi (anche se la legge elettorale è molto favorevole), senza CUP non esisterebbe quindi neanche il mitologico referendum indipendentista di giorno 1 ottobre 2017.
Io vivo a Girona da 5 anni, confermo che è tutto vero e l’indipendenza per los secesionistas è solo il primo passo, l’altro giorno hanno iniziato le manifestazioni nella Comunità Valenciana, questi sono tutti pazzi.