El Pais svela tutte le menzogne presidente nazionalista catalano Puigdemont dopo gli arresti dei funzionari della Generalitat
El Pais scrive un’editoriale analizzando il discorso di Carles Puigdemont, Presidente della regione Catalogna, dopo gli arresti dei funzionari indipendentisti.
Dall’editoriale de elPais.com
Dopo le perquisizioni e gli arresti effettuati ieri dalla Guardia Civil in vari uffici della Generalitat della Catalogna, il presidente Carles Puigdemont ha parlato in un discorso formulando una serie di affermazioni false. Crediamo che in una democrazia le autorità non possano mentire impunemente davanti alla popolazione.
1- Puigdemont: “Il governo della Generalitat è stato sottoposto oggi ad un attacco coordinato dalle forze di polizia del Ministero dell’Interno “
Falso: le perquisizioni e gli arresti di mercoledì in diversi uffici della Generalitat sono state eseguite su ordine del Giudice Istruttore numero 13 del tribunale di Barcellona. Le forze armate hanno quindi agito in qualità di Polizia Giudiziaria.
2- Puigdemont: “Lo scopo dell’operazione è “sospendere l’attività del governo catalano”, che ha la legittimità democratica “
Falso: Si è intervenuto solamente nelle attività relative al referendum indipendentista. Il governo catalano sa, perché è stato informato dal Tribunale Costituzionale, che questo referendum è illegale e che la Generalitat non ha alcun potere per organizzarlo. D’altra parte, il governo catalano sostiene che è sufficiente con il sostegno di una maggioranza dei deputati eletti nelle elezioni del 27 settembre 2015 per abrogare lo statuto di autonomia della regione. Ma si sbaglia: ciò che definisce una democrazia non è l’esistenza di una maggioranza, ma che questa maggioranza sottostia alla legge.
3- Puigdemont: “Questa aggressione è protetta giuridicamente”, viola “lo stato di diritto” e la legge dei diritti dell’UE, sospende de facto “l’autogoverno catalano ed è stato effettuato uno stato d’emergenza”
Falso: Tutto falso. L’intervento della polizia si svolge sotto la protezione della magistratura e ha il sostegno del Tribunale Costituzionale. a parte dello Stato di Diritto, di cui l’indipendenza giudiziaria è un pilastro fondamentale. Non si può dire che l’autonomia catalana (la regione) sia stata sospesa. L’articolo 155 della Costituzione non è stato applicato, né è stata applicata la Ley de Seguridad Nacional che consentirebbe al Governo spagnolo di assumere il comando di tutti gli agenti di polizia. Né c’è stato neanche lo stato di emergenza, perché i diritti dei cittadini non sono stati sospesi come illustrato ieri dalle manifestazioni.
4- Puigdemont: Le diverse azioni come “perquisizioni indiscriminate anche in case private” e altre misure come la “chiusura e il blocco delle pagine web” costituiscono “un assedio alla democrazia”
Falso: Le perquisizioni di ieri non erano indiscriminate ma all’interno dell’operazione di Polizia Giudiziaria. La chiusura del sito web che intendeva applicare una legge sospesa (il referendum del 6 settembre) dal Tribunale Costituzionale, precisando informazioni e l’invito a partecipare, è stato deciso dall’ufficio penale in conformità alle risoluzioni dell’alto tribunale.
5. Puigdemont: “Condanniamo e rifiutiamo l’atteggiamento totalitario e antidemocratico dello Stato spagnolo” e dopo queste azioni “riteniamo che il governo abbia attraversato la linea rossa che separa la democrazia dai regimi autoritari e repressivi” e “non rispetta i principi fondamentali della democrazia “.
L’accusa non è nuova. In precedenza Carles Puigdemont ha già sostenuto che la Spagna è come la Turchia. La verità è invece al contrario, la Spagna è uno stato di diritto europeo e pienamente democratico. Ed è Puigdemont come Erdogan che, schierando la maggioranza e ignorando la separazione dei poteri, sta infrangendo la legge, violando la Costituzione spagnola, lo Statuto d’autonomia catalano e utilizzando le istituzioni per promuovere un referendum illegale e ingiustificato.
6. Puigdemont: “I cittadini sono convocati il 1 ° ottobre per difendere la democrazia contro un regime repressivo e intimidatorio”.
Falso: la chiamata al voto non è per difendere la democrazia ma per culminare il progetto di abrogazione della Costituzione, abrogare lo Statuto d’autonomia catalano e la rottura con lo Stato, ciò si vede dalla legge di convocazione del referendum e dalla Ley de Transitoriedad, approvate entrambe dal parlamento catalano il 6 e l’8 settembre in una Camera semivuota, in cui ai membri dell’opposizione sono stati negati i diritti di parlamentari. Le intimidazioni che sono state perpetuate dai gruppi indipendentisti, tra i quali CUP, che hanno incollato foto segnaletiche di sindaci e consiglieri a favore del compimento della legalità democratica.
7. Puigdemont: “Noi difendiamo il diritto dei catalani di decidere liberamente il loro futuro”.
L’ipotesi che i catalano non possano decidere del loro futuro con le elezioni è falso. I catalani hanno fino ad ora partecipato a 35 elezioni pienamente democratiche dal 1977 (a vari livelli, locale, regionale, nazionale ed europeo) e a tre referendum (retifica della Costituzione e due Statuti di autonomia) beneficiando del governo d’autonomia. I partiti catalani sono pienamente presenti nel Parlamento spagnolo e nel Senato spagnolo (e nel Parlamento europeo, in qualità di spagnoli), così come in molti altri enti pubblici.
8. Puigdemont: “Quello che la Catalogna sta vivendo non si è mai vissuto in nessuno Stato dell’Unione Europea”.
Questa è l’unica affermazione di Puigdemont che è vero. Purtroppo, in Ungheria e in Polonia, abbiamo leader nazionalisti che vogliono porre fine alla separazione dei poteri e abrogare i sistemi esistenti di diritti e libertà. Fortunatamente, tali comportamenti non hanno spazio nell’Unione Europea.