Indipendenza Catalana: i motivi

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indipendentisti che bruciano bandiera spagnola
[vedi anche “Spiegare l’indipendenza catalana”]

Abbiamo scritto cosa succede in Spagna ed in Catalogna particolarmente, ma quali sono i motivi di questa ondata secessionista?

Molti italiani sostengono che i “i catalani non si sentono spagnoli”, oppure “i catalani hanno una cultura diversa rispetto agli spagnoli”, è vero?

Spieghiamo brevemente com’è la realtà.

 

La Catalogna non è molto diversa dal resto di Spagna, non c’è questa frattura culturale che i leader indipendentisti voglio far credere pertanto, chi non vive qui e ripete il mantra ”la Catalogna è diversa dalla Spagna” sta semplicemente ripetendo uno slogan politico e fa il gioco di Artur Mas, Jordi Pujol, Carles Puigdemont e Oriol Junqueras.

Per capire l’ondata indipendentista bisogna sapere prima alcune cose:

  1. L’indipendentismo catalano è sempre esistito ma è sempre stato marginale, irrilevante, si potrebbe paragonare ad uno dei movimenti indipendentisti italiani del nord oppure a quegli antichi movimenti d’indipendenza siciliani, morti con la Costituente.
  2. L’indipendentismo catalano è cresciuto negli ultimi anni grazie ad una politica mirata da parte del partito politico Convergenza e Unione che all’epoca dello scoppio della crisi economica, sul punto di crollare su stesso, ha deciso di salvaguardarsi inventando un nemico dei catalani: la Spagna. La Spagna è stata incolpata di tutti i problemi.
  3. In Spagna, come in Italia, c’è molta corruzione in politica. C’è moltissima corruzione anche e specialmente in Catalogna (il caso del 3%, ad esempio).
  4. I leader indipendentisti hanno messo in atto un vero e proprio piano (programma 2000) per catalanizzare la società: dalla stampa alla televisione pubblica catalana. Significa che, gradualmente, il governo regionale ha messo in testa alla popolazione che la Spagna attua un expolio fiscale ai danni della Catalogna pari a 16 MILA MILIONI DI EURO. Questo è totalmente falso. Conti in mano, la Catalogna (che è molto ricca) ha un dislivello di meno di 3 Mila Milioni di euro ma ovviamente beneficia di tutto l’apparato statale spagnolo che altrimenti costerebbe molto ma molto più in una Catalogna indipendente.
  5. La Catalogna è stata in passato terra di emigrazione da parte di andalusi, estremegni etc. Molti figli di questi emigranti sono diventati ”catalanisti” per scacciare il peso di un passato di povertà.
  6. La Spagna è il maggiore mercato della Catalogna. Vale a dire che la Catalogna esporta maggiormente in Spagna che all’estero.
  7. La Spagna è anche la maggiore ”finanziatrice” della Catalogna, le imprese spagnole che hanno filiali e sedi in Catalogna sono moltissime.
  8. Lo spagnolo resta la lingua più parlata in Catalogna, anche se da molti anni è impossibile parlare spagnolo a scuola o nelle sedi di pubblica amministrazione a causa dell’immersione linguistica.
  9. Prima dello scoppio della crisi e della svolta indipendentista di Artur Mas (che prima era un deciso unionista e sostenitore della monarchia spagnola), in Catalogna non esistevano le manifestazioni di massa contro il governo spagnolo.
  10. L’indipendenza della Catalogna è il primo passo verso la creazione di un nuovo stato chiamato Paisos Catalans che prevede l’annessione dei territori confinanti, tra cui un pezzo della Francia, alla Catalogna.

Per capire bene la società spagnola bisogna vedere questo documentario che parla dei festeggiamenti per la Coppa Del Mondo di Calcio del 2010 a Barcellona. Milioni di catalani hanno festeggiato la Roja mentre, in misura minore, i catalani indipendentisti hanno tifato Olanda insieme ai tifosi olandesi all’interno del Poble Espanyol.

24 ore prima della finale del Mondiale di Sudafrica del 2010, a Barcellona c’era stata manifestazione indipendentista e le strade erano piene di bandiere indipendentiste. 24 ore dopo, quelle stesse strade erano il luogo dei festeggiamenti della prima Coppa del Mondo vinta dalla Spagna.

Barcellona si è dunque riempita di bandiere spagnole ed i catalani intervistati si sono detti ”felici di poter dire VIVA SPAGNA” almeno per un giorno.

Chiaramente, si vede ancora una volta la divisione all’interno della società catalana dove, la parte indipendentista è coperta dalla Generalitat e può sbandierare il credo indipendentista nel nome di una democrazia a senso unico, dall’altro lato c’è la grande parte non indipendentista, costituzionalista, che parla spagnolo, che vuole restare nella Spagna e in Europa, questa è la maggioranza silente che non ha voce, che non può esporsi a causa di possibili rappresaglie e ritorsioni.

Quindi, quali sono i motivi veri e propri che porteranno al referendum indipendentista del 1 ottobre 2017?

I motivi si dividono in due livelli:

MOTIVAZIONI POLITICHE: I leader indipendentisti sono fondamentalmente corrotti (caso del 3% ad esempio) e staccandosi dalla Spagna avrebbero in mano la giustizia e la gestione delle risorse, l’obbiettivo è quello di non sottostare alle leggi spagnole. Premendo sul sentimentalismo indipendentista si sono creati una corazza di ferro: la parte di popolazione indipendentista che subirà la qualunque in nome dell’odio verso la Spagna. Come spiega Josep Borrell “gli indipendentisti stanno intossicando la società catalana con menzogne sui vantaggi dell’indipendenza”

MOTIVAZIONI ”ANTICHE”: Innegabile che in Catalogna, specialmente nella zona rurale e chiusa, gli agricoltori ed i pastori dei piccoli centri si sentano molto più catalani che spagnoli, questi sono il bacino su cui premere. Parlando invece delle città, negli ultimi anni, la crisi ha aumentato il dislivello di ricchezza e, alcuni cittadini che prima non erano indipendentisti si sono lasciati convincere dal fatto che la Catalogna indipendente sarà ricca come il Qatar, credendo alle bufale dei leader indipendentisti che vogliono semplicemente salvaguardare i loro interessi.

In ogni caso, chi afferma con insistenza, dopo essere stato in vacanza a Barcellona, che la Catalogna non si sente spagnola, sbaglia. In Catalogna la maggior parte della popolazione parla lo spagnolo e nelle aree metropolitane cosmopolite, i partiti indipendentisti non hanno vinto. Nasce anche l’idea che Barcellona e Tarragona possano creare una nuova comunità autonoma (regione spagnola) all’interno della Spagna: Tabarnia.

Quando i leader indipendentisti parlano della Catalogna tutta, sbagliano sapendo di non poter parlare per tutta la popolazione, quando invocano il diritto di decidere, sbagliano perché hanno affermato che nella Catalogna indipendente non permetteranno un referendum per tornare in Spagna, quando affermano che la Catalogna rimarrà automaticamente in UE mentono sapendo di mentire, quando urlano che la Spagna li deruba dicono il falso e fomentano solo odio. La cosa più triste è vedere catalani contro catalani, i leader indipendentisti non amano molto la loro terra se stanno portando la popolazione ad uno scontro tra indipendentisti e costituzionalisti.

 

[vedi anche “Spiegare l’indipendenza catalana” il racconto dell’evoluzione indipendentista]

 

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